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Si aggiorna la normativa sulle vertical farm. Passi avanti decisivi per il riconoscimento giuridico

Qual è la normativa che regola il vertical farm in Italia?

Modifiche alla legge sulla quarta gamma nella categoria ortofrutticola nei supermercati.

Arrivano i primi riconoscimenti normativi per il vertical farming.

Esattamente dieci anni fa veniva approvata la Legge 77/2011 che norma il settore della IV gamma.

Questa legge rende l’Italia una nazione all’avanguardia rispetto al resto dell’Europa e ha permesso una crescita costante di tutto il settore dell’ortofrutta nel decennio successivo.

Ma cos’è la IV gamma?

  • Prima gamma: ortofrutta fresca tradizionale.
  • Seconda gamma: ortofrutta e verdure in conserva proposte in barattolo.
  • Terza gamma: frutta e verdure surgelate.
  • Quarta gamma: ortofrutta fresca, lavata, confezionata e pronta al consumo.
  • Quinta gamma: frutta e verdure cotte e ricettate, confezionate e pronte al consumo.


Pertanto, si definiscono prodotti ortofrutticoli di IV gamma la frutta, la verdura e gli ortaggi freschi che, dopo la raccolta, sono sottoposti a processi basilari. Questi sono finalizzati a garantire la sicurezza igienica e la valorizzazione.

Per semplificare: stiamo parlando di alimenti freschi già confezionati e pronti per il consumo.

La nuova bozza di decreto per regolamentare il vertical farming in Italia

Vertical farm normativa e legge in Italia. Fuori suolo, idroponica

Qualche settimana fa si sono riuniti al tavolo interministeriale i rappresentanti dei ministeri dell’Agricoltura, della Salute e dello Sviluppo Economico per discutere la bozza del nuovo decreto. Questo, parlando del vertical farming, propone di evidenziarlo separandolo con diversi segnali dagli altri prodotti di quarta gamma che troviamo al supermercato.

La proposta, nel corso della riunione tecnica, è stata condivisa dalle parti sociali convocate (Coldiretti, Confagricoltura, UNAPROA e UIF IV Gamma).

Vediamo quindi le novità di questa normativa sulle vertical farm.

In etichetta

La scritta applicata nella descrizione del prodotto sulla confezione per le insalate in busta coltivate in vertical farming sarà:

  • “Prodotto non lavato e pronto per il consumo”
  • “Prodotto non lavato e pronto da cuocere”

Sullo scaffale

Un’altra indicazione normativa parla della “separazione chiara e netta”, nel reparto ortofrutta tra i prodotti di IV Gamma e quelli da vertical farming. Con tutte le conseguenze del caso sul fronte della riorganizzazione fisica dei punti vendita. Dovranno essere separati la frutta e verdura coltivati in vertical farming da quelli tradizionali.

Gli imballaggi

Un occhio di riguardo viene posto anche al riciclo degli imballaggi primari per i prodotti ortofrutticoli di quarta gamma.

Dovranno essere usati solo materiali completamente idonei a consentire lo smaltimento tramite raccolta differenziata e riciclo.

La produzione

Tutti i prodotti di vertical farming saranno sottoposti a procedure di autocontrollo comprensive di HACCP, GHP e GMP. Viene fatto divieto alle serre verticali di produrre insalate arricchite o, comunque, con l’aggiunta di altri ingredienti, di qualsiasi natura, diversi da insalate e microgreen.

Restano confermate le temperature nel processo di lavorazione identificate per la IV Gamma (14º in stabilimento e 8º nella catena di fornitura).

Il vertical farm in Italia

Anche le regioni si stanno muovendo.

Martedì 26 ottobre è stata approvata dal Consiglio Regionale della Lombardia, all’unanimità, la legge sulla agricoltura urbana, periurbana e metropolitana. Quindi anche sul vertical farming a Milano e in regione. Ciò ha evidentemente anticipato quella nazionale.

La legge infatti riconosce la natura giuridica delle attività agricole che producono con il vertical farming.

Altri poli produttivi italiani di IV Gamma e vertical farming, come quello campano, veneto e marchigiano, stanno valutando di adottare leggi regionali simili.

Il rischio è di creare un panorama legislativo sul tema frammentato e non coordinato lungo la Penisola.

Intanto il primo produttore di vertical farming italiano, Planet Farms, ha già iniziato a commercializzare le sue insalate in busta ‘asettiche’.

In realtà l’azienda usufruisce già della dicitura in etichetta ‘Prodotto pronto per il consumo’ beneficiando del testo dell’art. 39 del decreto Sostegni di maggio che prevede, peraltro, che tali prodotti e quelli indicati nello stesso articolo, in caso di cambio di rotta normativa, possano essere commercializzati fino ad esaurimento scorte.

Cosa aspettarsi sulla normativa del vertical farm in Italia

Poiché è da considerarsi quantomeno improbabile un esito negativo della Commissione Europea su un provvedimento che si basa sostanzialmente sui regolamenti di food safety vigenti nell’Unione, il decreto potrebbe entrare in vigore già dai primi mesi del 2022.

Coldiretti, martedì scorso, ha inviato le proprie osservazioni, fermo restando che le parti sociali hanno comunque condiviso il testo discusso.

“Avremmo preferito che queste novità entrassero nel quadro della riforma del settore ready-to-eat – ha precisato Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti -, che si basa su una legge del 2011 che è, ormai, un po’ datata. Ad ogni modo, le nostre osservazioni puntano ad individuare un carattere grafico abbastanza evidente da apporre nella parte anteriore dell’insalata in busta, per l’indicazione che si tratta di prodotto non lavato e pronto per il consumo. Inoltre, lo spazio destinato a IV Gamma e prodotti da vertical farming, che deve essere ben distinto negli store, dovrebbe essere accompagnato da un’adeguata informazione al consumatore, magari con pannelli identificativi ben visibili, di modo da non generare confusione tra i prodotti. Bisogna che sia chiaro, infatti, che i prodotti di IV Gamma, quelli di prima gamma evoluta e quelli da vertical farming, sono diversi”.

Cosa ne pensi della bozza di normativa per il vertical farm?

Leggi anche la Storia del Vertical Farming ->

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