Qual è la storia dell’acquaponica? Dov’è nata? Chi ci ha tramandato i segreti di questa tecnica? Da dove viene dunque l’acquaponica? Qui sotto troverai una descrizione della storia dell’acquaponica e come si è sviluppata, dai tempi antichi fino ad oggi.
Ma cosa significa acquaponica? Etimologia e significato
La parola deriva dal latino, dove il termine “acqua” aqua,-ae è ricondotto alla radice indo-europea ak- con il significato di piegare, viene poi a questo aggiunto pόnos con l’accezione di lavoro:
l momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa.
Confucio
Il secondo momento migliore è adesso.
L’idea di integrare la stessa acqua per allevare pesci e fertilizzare le piante esiste da millenni.
Qual è la storia dell’acquaponica? Da dove viene?
Le prime civiltà di cui abbiamo traccia ad utilizzare un procedimento simile sono quelle Babilonesi. Successivamente in Asia, ma anche in Sud America con la civiltà degli Aztechi.
I Babilonesi
- Con i loro giardini pensili, furono una delle sette meraviglie del mondo antico. Edificati intorno al 590 a.C. sono stati i primi ad utilizzare tecniche agricole che ricordino quelle fuori suolo.
- Per spiegare, alla base dei loro giardini, vi erano grandi bacini che ricevevano l’acqua dall’Eufrate. Ai bacini erano connesse delle ruote di legno (Noria). Quando le ruote venivano azionate, queste ultime si riempivano d’acqua che veniva poi lasciata ricadere in un collettore sino al piano superiore. Il procedimento si ripeteva fino a raggiungere il livello più alto. Qui si trovava una cisterna da cui l’acqua poteva facilmente essere ridistribuita a tutta la superficie dei giardini.
- Lo scopo era infine a uso irriguo e ornamentale.
In Cina
- In Cina meridionale e nell’intero sud-est asiatico andiamo invece a cavallo fra la nascita di Cristo (a.C./d.C.).
- Utilizzavano una tecnica chiamata “risaia con cornice” o “risaia brassica” [jiatian (架 田) o fengtian (葑 田)]. Questa consisteva nell’allagare i campi. In questo modo creavano il giusto habitat per alcuni animali.
- Venivano allevati il Loach Orientale, l’Anguilla e la Carpa, ma anche il Carassio e le Lumache di stagno.
- Mentre indubbiamente erano il riso e il foraggio ad essere coltivati.
Gli Aztechi
- Gli Aztechi diversamente, nella Valle del Messico (circa nel 1300 D.c.) utilizzavano delle “isole agricole”. Gli indigeni Nahua del lago Xochimilco adottavano un concetto diverso.
- Consisteva nell’usare una tecnica che chiamavano Chinampa. I mesoamericani creavano piccole aree rettangolari di terra arabile e fertile. Queste venivano create puntellando il fondo del lago con dei paletti. L’area delimitata veniva poi riempita con fango, sedimenti e vegetazione in decomposizione.
Come si è diffusa fino ai giorni d’oggi l’acquaponica?

Questa tecnica di coltivazione è rimasta inesplorata per molto tempo. I primi studi infatti rimandano appena alla fine degli anni ’70. Con i dibattiti iniziati dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente Umano a Stoccolma, e la pubblicazione del Rapporto al Club di Roma “The Limits to Growth”, per la prima volta a livello mondiale si discute del rischio di un esaurimento delle risorse naturali e dello sfruttamento dei terreni. Con l’avanzare del progresso tecnologico e l’affermarsi di nuove tecnologie, cominciarono così i primi interessi verso uno sviluppo sostenibile con il pianeta.
In questo modo l’acquaponica inizia a catturare l’interesse generale.
I primi tentativi di integrare idroponica e acquacoltura hanno però avuto un successo limitato.
Una rivoluzione agricola?
L’acquaponica e le colture fuori suolo sono settori relativamente “nuovi” ed emergenti e hanno conquistato l’interesse solo nell’ultimo mezzo secolo.
Questo perché incentivata dagli sviluppi tecnologici e dalle ricerche condotte su tecniche agricole più sostenibili:
- Il problema dell’acquacoltura tradizionale consisteva nel fatto che era effettuata in grandi stagni e ciò consumava enormi quantità di terra e acqua.
- Per fare fronte a questo problema, gli acquacoltori sono in seguito passati ai sistemi a ricircolo (RAS) in vasche, consentendo di reimmettere così nel sistema l’acqua già utilizzata.
- Il settore dell’acquacoltura ha in seguito dovuto affrontare il problema dello smaltimento dei rifiuti e delle acque reflui, nonché il costo dei macchinari di depurazione. Si è pertanto deciso di orientarsi a soluzioni più green.
- All’inizio di queste ricerche sono stati condotti esperimenti per determinare l’efficacia delle piante acquatiche nel filtrare e consumare i nutrienti nell’acqua delle aziende acquicole.
All’interno di questi studi sono state testate anche piante terrestri. Ed proprio così che l’acquaponica nel tempo è diventata una metodologia efficace per la depurazione delle acque, portando poi alla combinazione simbiotica con le piante.
La storia dell’acquaponica: i primi studi
Vediamo ora quali sono stati i primi studi pioneristici sull’acquaponica:
- I primi studi risalgono al lavoro della New Alchemy Institute e altre istituzioni nordamericane ed europee negli anni ’70;
- Uno dei primi sistemi progettati alla North Carolina State University, aveva invece dimostrato il risparmio d’acqua nei sistemi integrati rispetto agli stagni di allevamento per la tilapia.
- James Rakocy è stato un leader del settore per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo. Attraverso il suo lavoro presso l’Università delle Isole Vergini (USA) ha avanzato le interazioni vitali ed i calcoli necessari per massimizzare sia la produzione di pesce che di verdure, mantenendo l’ecosistema equilibrato.
- Le ricerche condotte da altri studiosi e svolte in altre parti del mondo sono state fondamentali, come ad esempio Wilson Lennard in Australia e Nick Savidov in Canada. Mohammad Abdus Salam del Bangladesh Agricultural University si è invece dedicato allo studio dell’acquaponica domestica, con dimensioni più contenute.
Queste ricerche, così come molte altre, hanno aperto la strada a molti esperti e tecnici.
La storia dell’acquaponica e lo sviluppo tecnologico degli impianti
L’acquaponica nel corso della sua storia si è molto evoluta nel tempo. Presso il Canada Brooks Reasearch Center ad Alberta, il Dr. N. Savidov ha progettato e testato 4 diverse generazioni di Acquaponica commerciale. Vediamo dunque quali sono stati gli sviluppi nel tempo.
Acquaponica di prima generazione
Partendo dagli studi dell’università delle Isole Vergini. La prima produzione di pesce e verdure avviene quindi con lo schema Rackocy.
- L’acqua passa dalle vasche dei pesci ai serbatoi di sedimentazione;
- Attraversavano poi delle vasche che filtravano l’acqua;
- Passavano poi al sistema idroponico delle piante (DFT, Deep Flow Technique);
- L’acqua ritornava poi ai pesci
Acquaponica di seconda generazione
Uno dei passaggi base è stato quello di unire le vasche Floating del DWC (Deep Water Culture) e raddoppiare lo spazio di coltivazione. In aggiunta al sistema precedente, troviamo l’aggiunta della separazione dei fanghi presenti nell’acqua, scaricati in un pozzetto.
Acquaponica di terza generazione
Dopo la messa a punto dei sistemi precedenti, il dr. N.Savidov ed il suo team, iniziarono a elaborare sistemi più complessi. Il fine era di massimizzare le rese e migliorare l’impianto.
- Vennero così integrati circuiti di areazione;
- Aggiunsero ulteriori di vasche: di de-solidificazione e chiarificazione;
Acquaponica di quarta generazione
Nello schema qui sotto possiamo osservare una complessità maggiore:
- Viene introdotto il trattamento dell’acqua e l’introduzione di ossigeno puro al 95% all’interno dell’impianto (DO);
- Un sistema di de-solidificazione più elaborato;
- L’aggiunta di un sistema di mineralizzazione dei nutrienti solidi.
Il nuovo sistema di elaborazione dell’acqua implementa pertanto le seguenti migliorie:
- pH stabile 6.0-6.4;
- Nessuno scarto;
- Nessuno scarico di acqua;
- Efficienza al 100% dei nutrienti;
- Nessun fertilizzante supplementare;
- Manutenzione straordinaria minima;
- Massima efficienza dell’uso dell’acqua;
Dopo la storia: l’acquaponica oggi
A oggi, i progetti pilota acquaponici sono in grande crescita, con lo scopo di studiare i migliori metodi per l’applicazione del sistema su larga scala. La prospettiva, infatti, è quella di una grande espansione di questo settore.
Questo per generare dei sistemi di coltivazione e allevamento intensivi che permettano di sostenere un necessario aumento produttivo nel rispetto dell’ambiente. Oltre che nell’ambito agricolo, si prevede l’inserimento di tali sistemi anche in aree non idonee alla coltivazione. L’ottica è di sviluppare l’agricoltura urbana nel contesto delle Smart Cities.
Attualmente dunque, l’acquaponica si presta a tante diverse funzioni, piccole e grandi. Esistono già impianti industriali con scopo strettamente produttivo, ma anche piccole strutture domestiche, od ornamentali. Come avrete notato, si tratta di un mondo talmente vasto che merita una considerazione specifica.
Conclusioni sulla storia dell’acquaponica
Come abbiamo visto dalla sua storia, i primi impieghi dell’acquaponica si perdono nella notte dei tempi. Tramandare nei secoli questa antica cultura ha permesso di riscoprirla oggi, dove, combinata con le nuove conoscenze e tecnologie, ha ripreso nuova luce. Ed è proprio così che, forse, diventerà un mezzo per aiutarci a ristabilire l’equilibrio tra le esigenze dell’uomo e quelle della natura.