Questo articolo è la continuazione di un post nel quale abbiamo parlato delle esigenze di lattughe e radicchi per la coltivazione in acquaponica (e idroponica). Ho deciso di trattare la questione “patogeni e parassiti” in secondaria sede, poiché ci sono sia tante malattie che possono colpire queste specie, sia diverse modalità interessanti per la difesa che non impieghino fitofarmaci di sintesi.
Questi metodi sono quelli che vengono adottati già normalmente nelle coltivazioni biologiche, ma anche in quelle convenzionali nel contesto della lotta integrata, oggi obbligatoria secondo la Direttiva europea 2009/128/CE e il Regolamento (CE) n. 1107/2009. Questo articolo, perciò, non è rivolto soltanto agli agricoltori acquaponici, ma anche a tutti coloro che vogliano difendere le proprie coltivazioni senza presidi di origine chimica.
Le piante in acquaponica: quali sono le malattie più frequenti nelle orticole da foglia?
Vediamo prima di tutto quali sono i principali fattori e organismi che possono danneggiare le nostre specie, che, ricordiamo, appartengono alla famiglia delle Asteraceae. Per ogni agente di malattia ho associato un link specifico, in modo tale che possiate conoscere nel dettaglio i sintomi e i danni che provocano sulle vostre piante.
Funghi
Tra i parassiti che spesso interessano indivie, cicorie e lattughe ci sono numerosi agenti fungini che attaccano le giovani plantule al colletto, portandole a morte in poco tempo. Tra i più importanti, si ricordano specie del genere Pythium, Sclerotinia e Rhizoctonia solani.
Questi agenti in genere causano delle necrosi alla base dello stelo delle giovani piantine e, nel caso di Sclerotinia, si osservano anche dei piccoli granuli neri, chiamati sclerozi, con i quali il fungo sopravvive nel tempo anche alle condizioni ambientali avverse. Cicorie, radicchi e indivie sono meno sensibili a queste malattie rispetto alle lattughe.
Passiamo ora alle piante già sviluppate.
Per lattuga, l’apparato fogliare, soprattutto nelle ultime fasi di coltivazione ed in serra, può essere attaccato dalla stessa Sclerotinia, oltre che da Bremia lactucae (Peronospora della lattuga), Botrytis cinerea (Botrite) e Erysiphe cichoracearum (Oidio).
La prima si manifesta con delle macchie gialle sulla pagina superiore delle foglie e con una sottilissima muffa biancastra sulla pagina inferiore; le altre due, invece, determinano la comparsa di una muffa color grigio e bianco rispettivamente. Queste patologie, anche se non portano a morte la pianta, compromettono la commerciabilità del prodotto. Importanti sono anche Alternaria porri, Marssonina panattoniana (Antracnosi), che causano delle macchie necrotiche sulle parti aeree della pianta. Per queste patologie, ancora una volta, cicorie e radicchi sono più resistenti.

Batteri e Virus
Le batteriosi più diffuse su radicchi e lattughe sono quelle causate da Pseudomonas cichorii (marciume batterico) e Xanthomonas campestris pv. vitians (maculatura batterica): entrambi causano delle macchie sulle foglie che poi diventano necrotiche.

Per quanto riguarda le virosi, invece, le più diffuse sono il virus del mosaico della lattuga (LMV), del mosaico del cetriolo (CMV), dell’imbianchimento nervale (LBV), e dell’anulatura necrotica della lattuga (LRNV).
Questi ultimi agenti patogeni in genere non portano a morte la pianta, ma ne alterano l’aspetto ed il metabolismo tramite danni che ricordano proprio il loro nome (es. macchie gialle a mosaico, ecc.), causando sofferenza e dunque riduzione della produttività (oltre che un danno estetico). Le indivie sono meno soggette ad attacchi di virus rispetto alle altre specie del genere Chicorium e Lactuca.

Insetti
I danni più consistenti da insetti sono riconducibili a nottue e minatrici (genere Lyriomyza). Si tratta di Lepidotteri, i cui danni sono causati principalmente dalle larve. Nel primo caso, le larve si nascondono nel terreno ed erodono le piante a livello del colletto (ma possono mangiare anche fusti e foglie), mentre nel secondo caso, queste scavano gallerie all’interno delle foglie.
È evidente che, nel caso dell’acquaponica, l’insorgenza di problemi riferibili alle nottue è poco probabile. Molto dannosi sono anche gli afidi. Questi ultimi sono particolarmente pericolosi non solo per gli effetti negativi che causano personalmente, come la suzione della linfa, l’arricciamento delle foglie e l’imbrattamento delle stesse con la melata, ma anche perché sono vettori dei virus sopra citati.

Fisiopatie
Le fisiopatie sono delle malattie delle piante che non sono di origine infettiva o parassitaria, ma sono, in genere, causate da fattori ambientali. I danni dovuti a condizioni climatiche avverse o a carenze (o eccessi) nutrizionali sono numerosi e comuni a più o meno tutte le specie coltivate, perciò qui tratteremo solo quelli che tipicamente compaiono sulle orticole da foglia.
Tra le fisiopatie cui sono particolarmente soggette queste specie si ricorda la necrosi marginale delle foglie (tipburn). La sua origine è da ricondurre all’alterazione dell’assorbimento del calcio, causata da stress idrico e bassa traspirazione della pianta (dovuta all’elevata umidità ambientale), che provoca una carenza di calcio nei tessuti in rapida espansione.
Il fenomeno è più accentuato nelle foglie interne delle lattughe a grumolo, per l’ovvia ridotta traspirazione. Per evitare questa problematica, sarà quindi necessario garantire la traspirazione con adeguato arieggiamento ed evitando, ad esempio, l’eccessivo ravvicinamento delle piante e l’accumulo di troppa umidità in serra.
Oltre a ciò, per quanto possibile in un impianto acquaponico, sarà necessario cercare di preservare in soluzione un contenuto di Calcio sufficiente (per le esigenze nutrizionali di queste specie, consultate il mio precedente articolo sulla lattuga in acquaponica.
Un altro fenomeno rischioso per la nostra produzione è quello della prefioritura o bolting. Esso consiste nell’allungamento dello stelo, con lo scopo di andare a fiore, in maniera anticipata rispetto al normale ciclo della coltura. Ciò può essere negativo perché impedisce di ottenere il nostro raccolto (che si consegue prima della fioritura).
Tale evento si verifica quando radicchio e lattuga sono esposti ad alte temperature oppure a stress idrici, che quindi andranno accuratamente evitati durante la coltivazione. Esistono in commercio varietà più tolleranti di altre a questa fisiopatia, e la scelta varietale è probabilmente il mezzo più efficace per il suo controllo nelle zone e/o nelle stagioni più favorevoli alla sua insorgenza.
Metodi di difesa dalle malattie nelle piante in acquaponica
Passiamo ora ai sistemi naturali più frequenti che possiamo applicare per la lotta a queste malattie. Parleremo soltanto della difesa da patogeni e parassiti, in quanto le migliori soluzioni alle fisiopatie sono già state indicate precedentemente.
Prima, però, ritengo fondamentale sottolineare un aspetto interessate sulle malattie biotiche in acquaponica: pare che, rispetto all’idroponica, l’incidenza di queste patologie sia inferiore.
Se ciò è vero (e probabilmente molti di voi acquaponici lo confermeranno), perché si verifica? La risposta è facilmente intuibile: nell’ecosistema acquaponico non vivono esclusivamente i batteri nitrificanti, ma tutta una serie di comunità microbiche (batteri, funghi, ecc.) “amiche” delle piante (e dei pesci).
È altamente probabile che queste possano fungere da agente naturale che limita in maniera competitiva lo sviluppo dei patogeni, tramite l’occupazione degli stessi microambienti, la concorrenza per il cibo, l’emissione di sostanze chimiche sgradite, ecc.
Questo fatto è così evidente che anche in idroponica si cerca di ricreare, nella soluzione circolante, una condizione più naturale e meno asettica, introducendo appositamente delle colonie microbiche benefiche. Tra queste, ad esempio, è frequente l’inoculo di funghi micorrizici e funghi del genere Trichoderma. Questo notevole vantaggio tuttavia non rende le colture acquaponiche immuni dalle patologie: siamo noi che, in ogni momento, dobbiamo garantire la sanità del nostro sistema e le condizioni ideali per sfavorire lo sviluppo di patogeni.
Difesa dai funghi
La difesa da queste malattie si basa su diversi interventi di tipo agronomico atti a contenere gli attacchi. Le pratiche principali riguardano la questione umidità: i funghi sono estremamente favoriti dall’acqua, mentre in genere non riescono a svilupparsi se le condizioni sono asciutte.
È ovvio che in acquaponica l’acqua sarà sempre presente: è vero tuttavia che possiamo comunque gestire la densità colturale, l’arieggiamento in serra per evitare fenomeni di condensa, e cercheremo di impedire il contatto delle parti aeree della pianta con la soluzione circolante. Tra queste pratiche dovremo anche adottare dei provvedimenti che ci consentano di ridurre, per quanto possibile, l’immersione del colletto.
Per quanto riguarda questi funghi, abbiamo, come detto sopra, il vantaggio derivato dalle comunità microbiche “buone” che competono contro di essi. Tuttavia, all’occorrenza, per rinforzare le naturali difese del nostro sistema, possiamo effettuare degli inoculi con organismi di biocontrollo, come il già citato Trichodederma.
Esistono poi altri mezzi agronomici applicabili, come:
- Adottare opportune rotazioni delle colture (fattibile solo se non siamo estremamente specializzati), per evitare l’accumulo di patogeni specifici di una specie vegetale;
- Impiegare varietà resistenti;
- All’occorrenza, la disinfezione dei substrati con agenti fisici (vapore).
Difesa da Batteri e Virus
Purtroppo, nel caso di questi patogeni, non c’è cura. Non esistono sostanze che riescano a combattere efficacemente i virus, e, nel caso dei batteri, in agricoltura è vietato l’uso degli antibiotici sulle piante. Questo è automaticamente un vantaggio per l’acquaponica, in quanto non potremo usarli nemmeno per il pesce, per evitare il rischio di contaminare i vegetali.
Ma allora come ci difendiamo da queste patologie?
Con la prevenzione: anche qui vale la regola dell’impiego, quando esistono, di varietà resistenti o tolleranti, delle rotazioni e della disinfezione degli ambienti. Oltre a ciò, è fondamentale eliminare immediatamente le fonti d’inoculo, ossia le piante che per prime manifestano la malattia, in modo tale da limitarne la diffusione alle vicine.
Infine, anche se questo è forse l’aspetto più importante, dovremo tenere sotto controllo gli insetti, in particolare gli afidi vettori di virus.
Difesa dagli insetti
Per la difesa delle nostre piante da questi “ospiti indesiderati” possiamo adottare diverse strategie. Teniamo prima di tutto in considerazione che non è bene (né facilmente praticabile) mantenere il nostro impianto in completo isolamento, con lo scopo di evitare l’ingresso in serra di qualsiasi organismo diverso da quelli di nostro interesse.
Ricordiamoci infatti che, dato che l’acquaponica si basa sull’instaurarsi di un vero e proprio ecosistema, la biodiversità non può che fargli bene. D’altra parte, come abbiamo visto sopra, la presenza di microrganismi diversi può rendersi estremamente utile. Questo vale anche per gli animali: ci sono molti insetti (ma non solo) che sono nemici dei fitofagi dannosi, perciò permettere loro di accedere alla serra può diventare un valido aiuto per la difesa.
Il nostro scopo quindi non sarà quello di sterminare completamente tutti gli insetti nel nostro impianto, ma semplicemente quello di:
- Evitare il loro sovraffollamento, in quanto ciò causerebbe per noi un danno economico spesso irrecuperabile;
- Facilitare l’azione di insetti o altri organismi “amici” che ci aiutino a combattere quelli dannosi, anche inserendoli noi stessi in serra.
Come facciamo?
Per il primo punto possiamo agire tramite delle reti anti-insetto che ne limitano l’ingresso degli artropodi in generale (la possibilità del loro posizionamento dipende ovviamente da com’è fatto il nostro impianto, se è all’aperto o al chiuso, ecc.), oppure tramite delle trappole.
Queste sono di differenti tipi (cromotropiche, chemiotropiche, luminose, ecc.), ed il loro scopo è sia quello di catturare gli insetti per impedire che vadano sulle colture, e sia per il monitoraggio degli stessi. In questo modo potremo sapere anche quanto è grave la nostra infestazione.
Ciò ci dà effettivamente un notevole vantaggio, perché ci evita l’impiego di insetticidi sulle piante. Nel nostro caso possiamo usare trappole cromotropiche gialle e, per i Lepidotteri, eventualmente anche trappole chemiotropiche con feromone sessuale (usabili anche in combinazione).
Parlando della lotta biologica, sono impiegabili diversi organismi che ci possono aiutare a combattere i fitofagi dannosi:
- Per i Lepidotteri possiamo distribuire il batterio Bacillus thuringiensis subsp. kurstaki, che viene venduto in genere come granuli idrodispersibili o polvere bagnabile.
- Invece per gli Afidi possiamo invece aiutarci tramite la liberazione in serra (o favorendo l’ingresso) di diversi predatori o parassitoidi, come: Coleotteri Coccinellidi, Ditteri Sirfidi e Cecidomidi, Neurotteri Crisopidi, Antocoridi, Imenotteri Afididi, Afelinidi, ecc.
Conclusioni sulle malattie nelle piante in acquaponica
Come avete visto esistono tanti modi per difendersi dalle malattie delle nostre orticole senza impiegare fitofarmaci di sintesi.
Certamente ci sono ancora differenti sistemi che si possono applicare, compreso l’impiego di prodotti chimici, ma di origine naturale: ho deciso di escluderli in questa sede poiché dovrebbe essere verificata la loro non dannosità sui pesci.
In ogni caso, è sempre possibile fare riferimento alle tecniche di lotta impiegate in agricoltura biologica. In ogni caso, se potesse interessarvi l’argomento, magari specificamente riferito ad alcuni patogeni o parassiti in particolare, fatecelo sapere, così potremo trattarli più in dettaglio.
A presto su Acquaponica.blog!
FONTI:
Masser M.P., Rakocy J., Losordo T.M. Recirculating Aquaculture Tank Production Systems – Management Of Recirculating Systems. Southern Regional Aquaculture Center. SRAC Publication No. 452. 1999 (link)
Pardossi A., Prosdocimi Gianquinto G., Santamaria P., Incrocci L. Orticoltura. Principi e pratica. Edagricole, 2017 (link)
Rakocy J., Shultz R.C., Bailey D.S., Thoman E.S. Aquaponic production of tilapia and basil: comparing a batch and staggered cropping system. In: South Pacific soilless culture conference- SPSCC 648. 2003 (link).