La Luffa: cos’è e perché provare a coltivarla in acquaponica
Oggi vi propongo un articolo più breve del solito, ma che tratta di un argomento interessante.
Parleremo infatti di una pianta ancora poco conosciuta qui da noi, ma che potrebbe darci dei preziosi prodotti, non esclusivamente alimentari, all’insegna dell’ecosostenibilità.
Di che pianta stiamo parlando? Di una splendida rampicante chiamata Luffa (Loofah in inglese).
Una pianta dalle molte applicazioni
Dopo la soprastante introduzione, sicuramente molti di voi si staranno pensando:
Questo nome mi sembra di averlo già sentito…
Beh, non è un fatto strano: non è forse così che chiamate alcuni tipi di spugne? Sì, avete capito bene: con la pianta della luffa si possono produrre delle ottime spugne naturali come quelle nella foto sottostante.
Esse derivano dalla parte interna del frutto, in particolare dal mesocarpo, li quale, a piena maturazione (in genere in autunno), si secca ed assume questa caratteristica consistenza fibrosa. Per ottenerle è sufficiente rimuovere la buccia esterna, eventualmente tagliarle in pezzi più piccoli, eliminare i semi…ed il gioco è fatto!
Ma non è finita qui.
I frutti della luffa, che assomigliano esteticamente ad un cetriolo, sono anche commestibili se raccolti quando sono piccoli e verdi: dunque è possibile ottenere più prodotti da una stessa pianta. Vediamo ora questo vegetale più nel dettaglio.
Descrizione botanica
La luffa (Luffa cylindrica (L.) M.Roem. o Luffa aegyptica Mill.) è una pianta appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae: la stessa di zucche, zucchini, cetrioli, meloni e angurie.
Con queste piante condivide molte caratteristiche, tra cui il fatto di essere, come loro, una erbacea annuale. È originaria dell’Africa e dell’Asia, ed è molto nota soprattutto in India, Cina e Vietnam.
Apparato radicale
L’apparato radicale della luffa è del tutto simile a quello dei componenti della sua stessa famiglia: la radice principale è fittonante, ma, nel nostro caso, trattandosi di specie da trapianto, essa perde la sua funzionalità. Le radici assumeranno quindi principalmente un portamento fascicolato.
Parte aerea
La parte aerea è costituita da fusti cilindrici che possono superare anche i 2 metri di altezza; dai fusti dipartono i viticci, i quali consentono alla pianta di arrampicarsi su qualsiasi sostegno. Le foglie, di colore verde brillante, sono larghe, ovate alla base e palmate-lobate verso l’apice. Fusti e foglie sono ricoperti da una sottile peluria biancastra.
Fioritura e riproduzione
I fiori, come in altre Cucurbitaceae, non sono ermafroditi, bensì unisessuali: i fiori maschili sono distinti da quelli femminili. Entrambi sono campanulati e gialli.
I frutti sono chiamati peponidi. Sono cilindrici, lunghi più di 30 cm, e pendono dai tralci della pianta a livello delle intersezioni fogliari, sorretti da lunghi peduncoli.
Da giovani la loro buccia (epicarpo) è tenera e di colore verde: in questo momento essi possono essere consumati come i comuni ortaggi. A maturazione completata, invece, l’epicarpo diventa coriaceo, quasi legnoso, e assume un colore marrone scuro. Internamente, il peponide della luffa contiene una polpa soda ed elastica, che, man mano che matura, si asciuga sempre di più diventando fibrosa: le fibre del mesocarpo, intrecciandosi, formano delle cavità intercomunicanti, dette spicole e trabecole, dando origine ad un tessuto tipicamente spugnoso.
I semi sono oblunghi, piatti e nerastri.
La Luffa in acquaponica
Considerando che questa specie condivide molte caratteristiche con le Cucurbitaceae più note, possiamo affermare che dispone, in generale, delle medesime esigenze:
- Buona esposizione luminosa
- Alta richiesta termica ed idrica
- Buona richiesta nutrizionale.
In effetti, essendo una pianta esotica, qui da noi è essenzialmente una coltura estiva. Per farvi un’idea di quali possono essere le necessità della luffa e le dritte da seguire per la sua coltivazione, vi consiglio di dare un’occhiata al mio articolo sullo zucchino in acquaponica (lo trovate qui); esso riporta informazioni molto complete ed esaustive, valide anche per altre simili specie della medesima famiglia.
Quali impianti sono i migliori?
Così come per le altre Cucurbitaceae, anche la Luffa si presta bene ad essere coltivata soprattutto in Media Beds o altri sistemi simili con substrato.
Ciò per il suo tipico portamento, per il peso dei frutti a maturità (la pianta sarebbe scomoda da coltivare in DWC) e per la vigoria e dimensione delle sue radici; queste ultime, infatti, potrebbero ostruire i canali di un impianto NFT. Considerando inoltre che la luffa è rampicante, potremo scegliere se conferirle dei sostegni o se lasciarla assumere un portamento ricadente verso il basso.
Perché dovrei coltivare la luffa?
Veniamo ora all’aspetto fondamentale di questo articolo: perché vi consiglio di provare la luffa?
La risposta è molto semplice:
- Per distinguersi dalla massa con un prodotto alternativo
- Per dare un’immagine potenziata del vostro interesse per l’ecosostenibilità.
Questo perché:
- Il peponide della luffa giovane, di per sé, potrebbe essere una particolarità dal punto di vista culinario, che potrebbe attirare dei consumatori curiosi.
- Lo stesso frutto – e questo è il punto più importante – fornisce un prodotto non alimentare, la spugna, appunto, che permette la riduzione dei rifiuti plastici o di quelli non riciclabili.
Le spugne di luffa, infatti, sono utilizzabili per qualunque scopo, dalla pulizia della casa all’igiene personale, dunque andrebbero a sostituire almeno due o tre tipi di spugne che abbiamo tutti in casa (se non tutti!). Questo, se ci pensiamo bene, è un fatto importante, perché le comuni spugne vengono rinnovate in casa molto spesso (pensiamo a quelle per i piatti), finendo tra i rifiuti che danneggiano il nostro pianeta.
La luffa, al contrario, essendo naturale è biodegradabile, quindi, una volta terminata la sua funzione, possiamo facilmente compostarla.
Preso atto di ciò, le persone preoccupate per le sorti dell’ambiente, che hanno deciso di attuare gradualmente la sostituzione di alcuni oggetti comuni con altri analoghi maggiormente sostenibili, hanno certo preso in considerazione l’uso della luffa…ma c’è un problema! Almeno qui in Italia, prodotti a base di luffa sono poco disponibili, o sono limitati alle profumerie, con prezzi decisamente elevati per poter pensare di sostituire completamente e permanentemente tutte le spugne di cui necessitiamo in casa.
Certo, online si trovano questi prodotti a prezzi molto più accessibili, ma non è assolutamente sostenibile l’impatto generato dai mezzi impiegati per consegnarci il pacchetto direttamente a casa! Ecco perché, finché la luffa non sarà una coltivazione diffusa, non è detto che il gioco valga la candela: con la nostra attività potremmo contribuire alla sua propagazione o, almeno, potremmo coltivarla per nostro uso personale.
Altri motivi per valorizzare il prodotto
Ciò che è stato detto sopra non è completamente esauriente relativamente ai vantaggi che la coltivazione della luffa comporta.
In particolare, ci sono ancora due aspetti da considerare:
- La spugna di luffa è l’alternativa naturale migliore, poiché si sostituisce all’impiego alternativo delle spugne marine. E noi non vogliamo certo incoraggiare la loro pesca indiscriminata!
- La luffa coltivata in acquaponica risolve parzialmente il problema dell’occupazione dei suoli arabili con colture non destinate all’alimentazione. Infatti, come ben sappiamo, il sistema acquaponico permette, da una parte, di ottenere più prodotti contemporaneamente (maggior sfruttamento dello spazio), e, dall’altra, di ottenere molto più prodotto su una superficie notevolmente ridotta rispetto alla coltivazione in pieno campo.
In questo caso specifico, inoltre, possiamo anche sfruttare bene la verticalità, trattandosi di una specie rampicante. La luffa in acquaponica, dunque, assume un vantaggio ecologico maggiore di quella coltivata in agricoltura convenzionale.
Conclusioni
Come avete visto, esistono diversi motivi validi per testare la coltivazione di piante alternative, come quella di cui abbiamo parlato oggi. Spero di avervi dato qualche interessante suggerimento, anche se questo articolo non è stato prettamente tecnico e dettagliato come al solito. Se siete interessati a conoscere altre piante particolari, fatecelo sapere e… non dimenticate di raccontarci le vostre esperienze!