Ciao a tutti! Oggi vi parleremo del basilico in acquaponica.
Ben tornati per un nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle specie vegetali da coltivare in acquaponica. Oggi parleremo di una pianta che ha riscontrato particolare successo in questo tipo d’impianto: il basilico in acquaponica.
Che voi siate esperti acquaponici, oppure siate soltanto alle prime armi, quasi sicuramente avrete sperimentato con grande soddisfazione la sua coltivazione, o avrete almeno visto delle foto di piante presenti in altri impianti. Che sia per l’uno o per l’altro motivo, spesso avrete notato quanto il basilico possa crescere rigogliosamente in acquaponica.
Considerato ciò, non potevo certo non proporvi un articolo interamente dedicato a questa fantastica pianta, che, a mio parere, potrebbe essere sfruttata per altri scopi interessanti oltre che per la pasta al pesto…

Il basilico in acquaponica: descrizione botanica
Il basilico (Ocimum basilicum L.) è una specie originaria dell’Asia e dell’Africa tropicale, ed è stata introdotta in Italia all’epoca dei Romani. Oggi la sua coltivazione avviene in diverse parti del mondo, sia per la produzione di biomassa fresca sia per l’estrazione dell’olio essenziale. Esistono circa 30 varietà di questa pianta, ma il cosiddetto “basilico dolce” (o genovese), ossia quello che comunemente conosciamo, è uno dei più utilizzati in Italia ed è quello che viene coltivato più frequentemente.
Ma com’è fatto il basilico?
Si tratta di una pianta erbacea annuale della famiglia delle Lamiaceae: essa può raggiungere altezze comprese tra 20 e 40 (a volte 60-70) cm, e dispone di fusti a sezione quadrata, eretti e ramificati. Hanno la tendenza a divenire legnosi e frondosi.
Le foglie del basilico, lunghe dai 2 ai 5 centimetri, sono picciolate, lanceolate, ovali e con lembo liscio o bolloso, con margine ondulato o dentato, piano o convesso. Il colore delle foglie varia dal verde pallido al verde intenso, ma in alcune varietà può essere viola o porpora.
I piccoli fiori sono bilabiati e hanno la corolla costituita da 5 petali irregolari di colore bianco-rosato. Hanno 4 stami gialli ed ovario supero 4-loculare. Sono riuniti in infiorescenze all’ascella delle foglie, dette spighe. Il frutto è uno schizocarpo, contenente dei piccoli semi fini, oblunghi e scuri.
Esigenze del basilico
Sebbene molte specie della famiglia delle Lamiaceae siano coltivate e commercializzate da secoli, una estensiva conoscenza circa le loro esigenze colturali, le informazioni agronomiche, le tecniche e le rese è ancora piuttosto limitata.
In ogni caso, la coltivazione delle piante facenti parte di questa famiglia, tra cui il basilico, può essere effettuata facilmente sia in pien’aria che in coltura protetta, e, come ben sappiamo, anche in sistemi soil-less come l’acquaponica.
Gestione della pianta
Tra i metodi fuori-suolo, la comune coltura su substrato risulta particolarmente efficiente per la produzione di piante aromatiche in vasetto.
I sistemi fuori-suolo in genere impiegati sono il Nutrient Film Technique (NFT), il Floating System, la Subirrigazione Capillare e il New Growing System (NGS®). In acquaponica esistono diverse realtà: gli impianti maggiormente consigliati sono anche qui NFT, DWC e Media Bed, ma molto spesso si coltiva il basilico anche su torri verticali, come nella foto qui sotto.

Per la propagazione del basilico in genere si ricorre alla semina. Si possono trovare in commercio sementi selezionate di cultivar specifiche, aventi differenti caratteristiche sia morfologiche sia nella composizione dei principi attivi. Si può anche ricorrere alla propagazione agamica, per talea erbacea, sia primaverile che autunnale. In genere, però, questa pratica è meno usata, ed è solitamente preferita per la produzione di piantine coltivate in vaso per la vendita diretta al pubblico.
Se vogliamo preservare la stagionalità della coltura, il basilico si raccoglie da aprile a settembre; tuttavia, in serra, con opportuni aggiustamenti delle condizioni ambientali, possiamo allungare il periodo d’offerta, o coltivarlo anche tutto l’anno.
Le foglie si possono iniziare a raccogliere, con tutto il picciolo, quando la pianta ha raggiunto i 15 cm. Esse vanno consumate prima che la pianta fiorisca, poiché, in caso contrario, il loro sapore sarà più acre e meno gradevole.
Per favorire e stimolare lo sviluppo di nuove ramificazioni e foglie, una pratica comune è quella di eliminare le cime fiorali alla loro comparsa, ma non su tutte le piante: infatti, i fiori rimasti serviranno per attirare insetti impollinatori.
Luce
Tra i fattori abiotici, la luce svolge un ruolo importante nell’accrescimento delle piante e può determinare anche l’incremento o la riduzione dell’accumulo di olio essenziale (O.E.), fondamentale per garantire al basilico un aroma pronunciato. La pianta, dunque, predilige ambienti assolati, poiché la sintesi di O.E. è favorita da intensa illuminazione.
Tuttavia, nella coltivazione del basilico un leggero ombreggiamento è positivo per ottenere foglie dalla ridotta texture e con un aroma delicato. La copertura con reti ombreggianti dovrebbe essere effettuata quando le temperature salgono sopra i 27°C: ciò previene la bruciatura degli apici fogliari.
Temperatura
Il basilico è una specie molto esigente dal punto di vista termico: questa pianta permette ottimi risultati produttivi con una temperatura media che si aggira intorno a 17-24 °C, ma tollera facilmente anche i 30°C. Nella stagione più calda potrebbe essere necessario garantire un adeguato arieggiamento tra le piante.
Substrati
Il basilico preferisce terreni sabbiosi, fertili, ben dotati di calcio, a pH neutro e con una bassa salinità.
Di conseguenza, quando si parla, come nel nostro caso, di coltivazione fuori-suolo, solitamente il substrato impiegato è costituito da miscele che garantiscano una sufficiente trattenuta della soluzione nutritiva, ma senza esagerare, dato che il basilico non tollera i ristagni eccessivi.
In genere il basilico si può coltivare in tutti i substrati più comunemente impiegati in acquaponica, ma quando si vuole ottenere un prodotto da vendere in vasetto, si impiega la torba mescolata con materiale inerte quale perlite o sabbia.
Tabella riassuntiva
Per facilitare la consultazione di questo articolo, indico qui di seguito una tabella che riassuma quanto detto sopra ed altre informazioni utili.
Parametro | Esigenze |
pH | Ottimale 7; accettabile 5.5 – 6.5 |
Distanziamento tra le piante | 15 – 25 cm (8 – 40 piante/m2) |
Tempo di germinazione | 6 – 7 gg a 20 – 25 °C |
Tempo di crescita | 5 – 6 settimane |
Temperatura | 17 – 30 °C, ottimale 20–25 °C |
Esposizione alla luce | Al sole o leggermente in ombra |
Nutrizione
Come ho già detto in altri articoli, è difficile trovare delle condizioni standard per quanto riguarda il contenuto nutrizionale delle soluzioni acquaponiche, ancor più se si tratta di adattare questa informazione alle necessità di specifici vegetali. Fortunatamente per noi, però, il basilico è stato oggetto di differenti ricerche relative alla coltivazione in acquaponica: per fornirvi indicazioni sulle sue esigenze nutritive ho fatto proprio riferimento a esse.
Nel caso vogliate approfondire l’argomento, trovate questi studi nelle fonti bibliografiche in fondo a questo articolo.
Innanzitutto, la prima cosa da tenere presente, è che è stato dimostrato che il basilico si sviluppa effettivamente meglio in acquaponica rispetto che in idroponica e nei sistemi di coltivazione convenzionale.
In particolare, ciò è stato visto in associazione con l’allevamento di carpe (Cyprinus carpio), tilapia (Oreochromis spp.) e gamberi d’acqua dolce (Procambarus spp.). In quest’ultimo caso, tuttavia, non si sono riscontrate significative differenze tra acquaponica ed idroponica in termini di contenuto di nutrienti e di clorofilla a livello fogliare.
Il motivo per cui il basilico si trova così bene in acquaponica è la sua cospicua esigenza di azoto: per questo bisogna controllare frequentemente il livello nutrizionale della soluzione circolante, in modo da evitare un suo eccessivo depauperamento. Allo stesso tempo, però, se da una parte un notevole apporto di azoto ne stimola la crescita, dall’altra rende le foglie più tenere e più soggette ad attacchi da parte di fitopatogeni e parassiti.
Vediamo ora alcune tabelle provenienti da differenti ricerche sul basilico in acquaponica: in tutti i casi il risultato produttivo è stato buono, quindi possono essere prese a riferimento per comprenderne, a grandi linee, le esigenze.


Malattie del basilico
Le Lamiaceae usate a scopo aromatico sono rustiche e tolleranti verso le avversità parassitarie. Tuttavia, esistono diversi patogeni e parassiti che possono colpirle.
Nonostante ciò, essendo queste piante considerate in generale colture minori, in letteratura sono limitate le informazioni circa le loro specifiche emergenze fitosanitarie e le possibili strategie di intervento. Allo stesso modo, la ricerca di prodotti fitosanitari specifici e la loro registrazione è ridotta. Agire sulla prevenzione e sulla lotta con metodi naturali, quindi, non è prerogativa soltanto dei metodi di coltivazione environmentally-friendly, come l’acquaponica.
In generale, comunque, il basilico di per sé si presta bene alla coltivazione fuori suolo non solo per la sua rusticità, ma anche perché è una pianta abbastanza tollerante alle alte temperature dell’acqua: questo è funzionale in quanto, mantenendo giorno e notte temperature superiori a 21°C, l’incidenza delle malattie si riduce.
Ora vediamo qui di seguito quelle che possono essere le principali problematiche di questa pianta, che possono danneggiarla e influire negativamente sulla produzione finale.
Parassiti
Tra gli insetti che possono minacciare le specie aromatiche della famiglia delle Lamiaceae, troviamo le cicaline e i tripidi, i quali sono dannosi anche perché sono possibili vettori di fitoplasmi e virus. Altri fitofagi sono lepidotteri nottuidi e coleotteri, che causano erosioni fogliari, ditteri minatori fogliari (tra cui Phytomyza Atricornis), che possono provocare lesioni alle foglie scavandovi delle gallerie, e afidi, che producendo melata favoriscono lo sviluppo di fumaggini.
Per il basilico possono essere dannose anche le cimici, che generano delle macchie clorotiche sulle foglie e fanno deperire in generale la pianta. Infine, non dimentichiamo le lumache e le limacce, ghiotte delle piantine più giovani e di succulenti germogli.
Patogeni
Il basilico può essere attaccato da Peronospora, che si manifesta con ingiallimenti delle foglie a macchie, che poi possono necrotizzare, e con una muffa grigiastra sulla pagina inferiore delle foglie. Altra malattia fungina che può aggredire il basilico è l’Alternaria: causa la comparsa di piccole macchie necrotiche sugli steli, determinando il disseccamento della vegetazione soprastante. L’infezione si può estendere con analoga sintomatologia anche alle ramificazioni contigue, ai piccioli e alle foglie.
Anche il Fusarium è pericoloso per il basilico, soprattutto in ambienti umidi come in acquaponica. Il micelio del patogeno aggredisce i vasi linfatici dell’organismo vegetale e provoca l’annerimento di alcuni tessuti della pianta, come lo stelo, fino a farla avvizzire completamente.
Il basilico può essere colpito anche dall’Oidio o mal bianco. Esso si manifesta con macchie pulverulente grigio-biancastre che ricoprono gli organi verdi della pianta.
In ultimo, il basilico può essere attaccato anche da dei marciumi radicali: data la sua sensibilità a questa patologia, in genere nell’agricoltura convenzionale si ricorre spesso alla disinfezione del suolo (con vapore o sostanze chimiche) dove la pianta verrà coltivata.
Nel nostro caso, per maggior sicurezza, ci sarà utile impiegare dei substrati di coltivazione sterili o sterilizzabili. Ovviamente, se possibile, per la loro disinfezione impiegheremo solo metodi che non impiegano la chimica (ad esempio acqua molto calda).
Consigli per qualche impiego differente
Come sappiamo, il basilico è principalmente conosciuto perché è impiegato per la nota pasta al pesto, oltre che come ingrediente aromatizzante per altre pietanze. Per delle realtà acquaponiche di medio-grandi dimensioni potrebbe sorgere di conseguenza l’idea di coltivarlo in grande quantità per la produzione del noto condimento per la pasta.
Purtroppo, ho una brutta notizia per voi: dal 2005 il basilico genovese è un prodotto ortofrutticolo italiano DOP, coltivato principalmente a Prà (Genova). Il disciplinare di produzione stabilisce che la sua coltivazione è vietata su substrati diversi dal terreno naturale (link al disciplinare). Ma non disperate!
Il basilico è una pianta davvero straordinaria, e può essere interessante esplorare altri suoi possibili impieghi. Esso, oltre che venduto come pianta aromatica in vaso, può essere anche coltivato per l’estrazione di olio essenziale. Ma considerare per questi scopi soltanto il classico basilico dolce sembra un po’riduttivo. Ocimum basilicum, infatti, comprende circa 30 diverse varietà, che possono essere davvero curiose e singolari sia per il proprio aroma, che per le proprietà di cui dispongono.
Vediamo qui di seguito alcuni esempi:
- Basilico greco a palla (O. basilicum minimum): ha un aroma molto simile al basilico dolce, ma, per la sua forma globosa con foglie piccole, è adatto anche per scopi ornamentali.
- Il Basilico viola: anch’esso ha un profumo comparabile a quello classico, ma il suo colore lo rende particolarmente interessante.
- Basilico limone (O. basilicum citriodorum): oltre ad avere un aroma con una nota agrumata, ha la forma delle foglie leggermente differente a quella classica, e resiste maggiormente al freddo.
- Il Basilico artico o di montagna: tollera il freddo e le malattie come la Peronospora; può quindi essere coltivato più a lungo nell’anno.
- Basilico cannella (O. basilicum cinnamon): è di origine messicana e presenta un aroma che ricorda molto la cannella: i fusti sono violacei mentre le foglie restano verdi.
- Basilico tailandese (O. basilicum thyrsiflora): il suo aroma è molto interessante, ricorda l’anice, la liquirizia o i chiodi di garofano.
Diverse di queste particolari cultivar, come il b. limone e il “purple passion”, sono state testate in acquaponica con risultati incoraggianti.
Conclusioni sul basilico in acquaponica
Siamo arrivati alla fine di questo articolo. Spero di avervi dato qualche delucidazione in più sulla coltivazione del basilico in acquaponica e sulle sue varietà alternative alla classica.
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FONTI
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